Romagnoli bis, perché anche ciò che ti fa stare male ha un senso

L’errore mio solito è solo quello di ruotare troppo intorno a me stessa.

Ho chiuso un libro a pagina 47 perché lo sentivo “troppo mio”.

Come se fosse bastato far finta di non avere dentro certi ricordi. (L’unico ripostiglio è la memoria, basta quello che sta lì dentro.)

L’ho riaperto per la stessa causa, meno di ventiquattr’ore dopo, non riuscivo a resistere.

E l’ho finito, compulsivamente come si apre e svuota un frigorifero nel cuore della notte, tutto insieme e senza pensare. Fagocitato.

Gabriele Romagnoli è l’autore del romanzo Mondadori dal titolo “Il vizio dell’amore” di cui ho straparlato qualche sera fa. Meritava che spiegassi meglio la sua storia.

L’autore tratteggia brevemente, nella prefazione, autori e autrici che secondo lui hanno la capacità di parlare con la voce dell’altro sesso.

Delle trenta storie di donne che narra nel suo libro si sottovaluta, dicendo di averne forse azzeccate un paio.

Un amico (maschio) mi conferma: probabilmente due, sì.

Non so se il mio caso serva a comporre le statistiche – quanto varrà una che ha dovuto chiudere un libro un secondo prima di mettersi a piangere perché ci ha rivisto troppa parte di se stessa?

Queste non sono “due o tre”.

Forse la domanda corretta non era cosa e quanto ritenere azzeccato, ma “per chi”.

Una raccolta che diffonde l’eco di un coro di trenta donne sarà inevitabilmente, statisticamente, recepita più intimamente dall’orecchio delle donne.

Per egocentrismo, per immedesimazione (che è poi il desiderio di ogni lettore, ma forse anche di ogni scrittore), per ombelicocentrismo.

Una storia è bella perché ha il potere di farti immedesimare.

Eppure ci sono sempre le eccezioni che confermano le regole, e vanificano le statistiche.

Due anni fa avevo tre biglietti per andare a vedere “I monologhi della vagina” a teatro.

Ci andai con un’amica e un amico.

Ero convinta che lui non l’avrebbe apprezzato.

Mi sono sbagliata. All’uscita aveva le lacrime agli occhi.

Non bisogna generalizzare. Le donne verranno da Venere e gli uomini da Marte, probabilmente. Però l’amore è un vizio di entrambi i sessi.

 

"E mi avvicino a quella cosa antica, quale che sia,
che fa girare le catene
e ci fa andare avanti senza scampo."

(Energia, Raymond Carver – da Il nuovo sentiero per la cascata, poesie – Minimum fax)

21.03.2007
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4 commenti su “Romagnoli bis, perché anche ciò che ti fa stare male ha un senso

  1. candide77 il said:

    anche gli uomini che leggono possono essere pericolosi, complimenti per il blog!!!

  2. già, uno splendido vizio l’amore…

    il più bello in assoluto e quello cui abbandonarsi il più possibile…

    un sorriso 😉

  3. La vita senza Amore è come la pasta senza il sale: non sa proprio di niente.

    E poi la Vita è proprio Amore.

    W l’Amore, che prima ti esalta e poi ti crocifigge: però è necessario.

    Lorenzo

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